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NATIVITA NELLA CATTEDRALE

NATIVITA NELLA CATTEDRALE

Osservando, nell'imminenza del Natale, i capolavori che la Cattedrale conserva nei suoi altari, scopriamo opere di grande significato artistico ed iconografico

Alcune icone presentano Maria col Bimbo in Sacra conversazione con i santi venerati, come l'altare ricco di storia e di tradizione, della Confraternita di S.Eligio patrono dei fabbri, nella navata destra presso il deambulatorio. In questa pala Maria, che regge il Bambino dialoga con i santi titolari Eligio e Grato. Così appare nellaltare di S.Filippo Neri dove Maria col Bambino, in un contrasto luministico caravaggesco, appare in conversazione col santo in contemplazione; un dipinto che riprende iconograficamente la pala di Guido Reni nel santuario della Vallicella a Roma,

Tra le opere più belle, troviamo il polittico nell'altare dei Santi Cosma e Damiano. l'altare, il quinto della navata destra, è molto antico, risale al tempo della costruzione della cattedrale, è patronato della famiglia Sabena, nome diffuso in città sin dal Medioevo. Il plastico complesso è stato arricchito nel tempo di stucchi e figure decorative che custodiscono il trittico, dove i due santi medici, uccisi nella persecuzione di Diocleziano all'inizio sec IV, sono rappresentati con strumenti dell'arte medica, a colori vicaci con realistico, ma pacato atteggiamento. Fiancheggiano il pannello che presenta una bella Madonna in trono col Bambino che, in movenza naturalistica, si stringe alla Madre e la bacia; Maria appare assorta nella contemplazione del mistero di questo figlio di Dio, parola uscita dal silenzio, che compirà nella morte il suo destino umano. l' evento è richiamato dal polittico nella cimasa al disopra della Natività. Qui la Madre accoglie ancora, drammaticamente tra le sue braccia, quel Figlio deposto dalla croce. Ancora una volta, come negli antichi affreschi, l'opera suggerisce la Natività di Gesù sullo sfondo della morte e risurrezione con cui Cristo avrebbe dato compimento e senso all'Incarnazione.

l'opera, forse la più antica della Cattedrale, è attribuita ad Aimo Volpi del primo decennio del Cinquecento.

Altre due opere focalizzano il tema centrale della Natività. Lo splendido altare del Presepio, il terzo della navata destra; è un opera coinvolgente di Sebastiano Ricci, artista veneto barocco, che realizzò nel primo decennio del 1700 il dipinto, capolavoro della nostra Cattedrale. Il quadro, inserito nel grandioso altare settecentesco in marmo e bronzo dorato, colpisce l'osservatore per quel cromatismo luministico che rivela immediatamente l'evento. Un luminismo che richiama, in qualche modo, quello saettante del Magnasco, mentre la contrapposizione costruttiva delle masse cromatiche, che fa convergere l'attenzione sulla centralità della scena, rimanda al Piazzetta. Lo spazio creato dalla presenza del volo dangeli è inquadrato sommessamente dalla struttura lignea della capanna mentre l'andamento in diagonale della composizione, focalizza i protagonisti: Maria, vestita come una popolana, mostra ai pastori il Figlio che, nato nella povertà, è esaltato nella sua identità divina dallo splendore del bianco panneggio.

Il canto cromatico e il dinamismo della composizione barocca non cancellano, ma evidenziano, nella stasi di taluni istanti, il silenzio della notte di Betlemme, dove i pastori sembrano avvicinarsi al Bambino con trepido stupore, come consapevoli di un avvenimento che li sovrasta. Essi recano una agnello con le zampe legate simbolo del destino di Gesù, Agnello immolato.

Unultima opera antica e interessante è l'altare marmoreo dei Ss.Pietro e Paolo, posto a sinistra nel deambulatorio del Duomo, centralizza l'Annunciazione e le due scene della Natività: la fuga in Egitto e la Nascita. l'opera è soffusa di una tenerezza spirituale medioevale, ma le figure sono già composte in dimensione rinascimentale. l'altare recava la data, oggi non più visibile, del 1520, fu attribuito a Matteo Sanmicheli o a Benedetto Briosco junior, comunque ad uno scultore lombardo. Dall'osservazione appare come lo sviluppo tematico sia fortemente cristocentrico: dalla nascita di Gesù alla sua morte indicata, nella sommità, dalla presenza dei soldati travolti dal Cristo Risorto. Il complesso scultoreo è come sostenuto, nella struttura architettonica di base, dalle belle figure di Pietro e Paolo che conferiscono alla composizione un contenuto chiaramente ecclesiale: la Chiesa delle origini annuncia Cristo, il Verbo incarnato, morto e Risorto, l'annuncio Kerigmatico che, rappresentato già nell'arte catacombale del II-III secolo, si è trasmesso lungo i secoli, sino a noi.

All'origine della fede e della cultura cristiana, l'avvenimento che ha cambiato radicalmente la storia dell'umanità, può ancora dire a chi, nella frenetica e complessa società contemporanea l'accoglie nel silenzio, la parola risolutiva, la chiave del vero rinnovamento culturale.

BIBLIOGRAFIA. Rovera-Bessone, Il Duomo di Saluzzo 1997

LeaC.Antonioletti Saluzzo Guida-ritratto della città 1998

Lea C.Antonioletti(a cura di) 1511-2011 cinquecento anni della Diocesi di Saluzzo. La Cattedrale, Saluzzo 2011

 

CORRIERE DI SALUZZO 15.12.2011



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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